La nuova ISO 12647-3

Pubblicato: 01/01/2014 - Categorie: WGM

Questo fine anno vedrà la pubblicazione della nuova revisione della norma ISO che regola il processo produttivo offset coldset, cioè quello impiegato per la stampa della maggioranza dei giornali quotidiani. Precisamente la norma parla di Coldset offset lithography on newsprint ossia stampa web offset senza forno su carta da quotidiano. Ebbene la norma ISO di riferimento sta terminando il suo iter di revisione, siamo alla "final draft" per cui solo piccole correzioni per lo più editoriali avranno luogo, e nelle prossime settimane vedrà la luce con la. Prenderà il posto di quella in vigore che risale al 2004. Evidentemente 10 anni non sono pochi per una norma, in virtù della velocità con cui la tecnologia avanza; quindi il vecchio standard è giusto che si goda la meritata pensione.

La novità rispetto al passato, oltre evidentemente ai contenuti tecnici che di seguito analizzeremo, sta nel fatto che questa revisione parla molto "italiano”; nel senso che la delegazione italiana al TC130 (il comitato tecnico di ISO  che si occupa delle tecnologie grafiche) ha partecipato attivamente alla stesura del nuovo testo, grazie all'impegno messo in campo da un gruppo di lavoro promosso e coordinato da TAGA Italia, che ha registrato la partecipazione di tutti gli attori della filiera produttiva del quotidiano, dai fornitori di materie prime agli stampatori, agli editori, ai fornitori di tecnologie, alle associazioni di riferimento.

Il lavoro, iniziato da circa un anno e mezzo, si è basato sull’analisi e commento della bozza iniziale, allo scopo di far recepire al testo finale le istanze provenienti dal mercato italiano dei quotidiani.

Un primo aspetto, tipicamente del nostro mercato che il gruppo di lavoro ha proposto al TC130 è l’inserimento della flexo tra i procedimenti descritti nella norma. Ebbene pur consapevoli che la norma ISO 12647-3 parla di offset su carta da quotidiano, è sembrato corretto inserire la possibilità di utilizzare quei parametri che per analogia possono essere applicati anche al processo flexo. In considerazione che nella norma della flexo (ISO 12647-6) non si parla di carta da quotidiano. Questa proposta è stata raccolta dal TC130 e inserita come Annex alla norma. Senza quindi stravolgere il senso del titolo (…offset coldset). La norma finora in vigore riportava nello scopo esplicitamente che non si applicava al processo flexoe letter press (sebbene alcuni parametri era possibile adottare per analigia; questa frase è stata eliminata. In questo Annex troviamo i valori di riferimento del processo, le Printing conditions appunto, che descrivono la carta (Print Substrate), gli inchiostri (Colorant Description), la curva TVI (dot gain), la lineatura del retino (tradizionale e a modulazione di frequenza). I riferimenti di carta, coloranti e curva di dot gain (26%), sono gli stessi dell’offset, mentre i parametri di screening sono ovviamente riferiti agli standard usati in flexo (range di frequenza lineatura tra 36 e 48 cm-1). Così come i valori della scala retinata, cioè i minimi e massimi riproducibili, che rispetto all’offset, hanno un’estensione inferiore (5-90% contro 3-95%).

 

Un secondo punto sul quale il gruppo di lavoro di TAGA ha concentrato gli studi è sull’inserimento di una seconda “printing condition” relativa alla carta da quotidiano migliorata. Sempre con più frequenza i centri stampa di quotidiani, si dedicano alla produzione di stampati diversi dal quotidiano. Magazine, volantini pubblicitari, monografie, grande distribuzione e così via. L’impiego di carta migliorata per fare prodotti a qualità più alta del quotidiano, non aveva nella norma, alcun riferimento rispetto ai parametri da seguire in stampa. Prendendo spunto dalla nuova definizione delle carte e delle printing conditions che verranno inserite nella nuova revisione della ISO 12647-2 (quella della stampa offset a foglio e a bobina con forno) che prevedono 8 tipi di carte, tra cui anche la “quotidiano migliorata” (chiamata improved newsprint, INP), si è pensato di inserire nella norma una Printing Condition aggiuntiva (Additional Printing Condition) che possa essere da riferimento quando questo supporto viene stampato con sistemi web offset coldset. Ossia dare la possibilità di riprodurre per quanto possibile il risultato ottenibile con il processo heat-set con il processo cold-set. Replicando la stessa curva di riproduzione. Il lavoro ha richiesto l’esecuzione di diversi test di stampa su carte migliorate allo scopo di rilevare i valori dei coloranti (i pieni degli inchiostri, le loro sovrapposizioni). In questo ovviamente è stato fondamentale il supporto che i centro stampa partecipanti al gruppo di lavoro hanno apportato. Anche questa parte ha generato nella nuova norma un Annex tecnico nel quale i dati sono confluiti dando luogo alla tabella di riferimento per la Additional Printing Condition chiamati APC1, che riferisce al supporto chiamato PS1 (la cui tabella di riferimento equivale a quella della carta denominata PS8 nella norma per l’offset heat-set), i coloranti CD1 (ricavati dai test di stampa effettuati), i valori di screening con la curva di dot gain TVI C (con dot gain 20%, la stessa della Printing Condition PC8), per i retino AM, la curva E per i retini stocastici (FM). Tutto questo allo scopo di rendere comparabili (e misurabili) i prodotti fatti con processo cold-set con gli stessi realizzati in heat-set su carta da quotidiano migliorata.

Quindi, riassumendo, abbiamo 2 nuovi aspetti trattati dalla norma che prima erano espressamente esclusi nello paragrafo dello scopo: la possibilità di usarla per il controllo di processo dei quotidiani stampati in flexo e l’applicabilità con altri supporti diversi dalla carta da quotidiano standard.

 

Vi sono naturalmente anche altri aggiornamenti tecnici nel testo della norma, che hanno eliminato parametri ormai obsoleti ed introdotto riferimenti alle tecnologie attuali.

Andando in ordine di paragrafi, scompare la pellicola come supporto per i dati lasciando posto al file PDF che deve essere in formato PDF/X. Questo significa che il flusso di lavoro che genera i file per l’invio al centro stampa, deve produrre questo standard, che prevede quindi l’indicazione dell’intento di output per cui si sono preparati i dati.

Un ulteriore punto su cui il gruppo italiano ha puntato, nei vari step di revisione del testo, riguarda la risoluzione di scrittura dei CTP usati per la preparazione delle lastre. Il valore che inizialmente era stato proposto corrisponde al 1270 DPI; valore correttissimo per garantire la corretta gestione dei livelli di grigio alla lineatura di 100 LPI (40 linee/cm). In Italia succede però che molto stampatori usano i CTP a 1000 DPI di risoluzione, per aumentare la produttività oraria dell’impianto.

A questo punto è stato proposto di inserire come valore minimo di frequenza 1000 DPI (393 cm-1) e come valore suggerito 1270 (500 cm-1).

Sempre suggerito dalla delegazione italiana l’uniformità superficiale del punto di retino sulla lastra è stato fissato come limite a 1,5%.

Benché il bilanciamento del grigio in stampa non sia un valore normativo, è noto che è di importanza fondamentale la sua tenuta sotto controllo per avere una cromia equilibrata. Ebbene nella nuova norma è illustrato ampiamento il nuovo metodi di calcolo del bilanciamento del grigio. Da notare che ricalca il principio utilizzato anche nel concorso di IFRA INCQC (Color Quality Club). Chi ha esperienza di questa competizione, si ritroverà con la stessa logica.

Nessun cambiamento per quanto riguarda le caratteristiche colorimetriche della carta il cui riferimento resta quello fissato. Lo stesso dicasi per i valori dei coloranti (inchiostri primari, e sovrapposizioni).

Interessante, e in continuità con quello che sta succedendo anche nelle altre parti della norma 12647 in revisione (riferite agli altri processi di stampa), le tolleranze ammesse per deviazione/variazione, sono espresse anche con il delta E 2000 (DE2000). Questo metodo, più efficace dal punto di vista della coerenza con l’aspetto visivo in alcune regioni dello spazio colore, è indicato al momento solo a livello informativo. Le tolleranze nei colori secondari (Rosso Verde Blu), prima non previste, sono ora normative.

Sulla curva TVI (dot gain), nonostante la forte critica italiana rispetto al valore del 26%, considerato da tutti gli stampatori eccessivo in virtù del parco macchine attualmente installato nel nostro paese, non è stato possibile mediare e resta il valore precedente. Vero è che la norma preveda la possibilità di adottare i metodi di compensazione delle lastre per raggiungere l’obiettivo. Sparisce almeno la doppia curva (quella al 30%) che era stata contemplata su richiesta del mercato americano.

Resta aperto un punto chiave della norma, che riguarda i metodi di controllo e certificazione della produzione. Premesso che viene ribadita la possibilità di impiegare le scale di controllo e/o altri strumenti meno invasivi per effettuare la misurazione sulla copia stampata, resta intatto il problema di come poter misurare (senza utilizzare le scale sopra indicate) il colore e il dot gain, durante la produzione. In questo senso il gruppo di TAGA ha fatto una ricerca per testare i principali sistemi di controllo colore in linea disponibili attualmente; benché appaiano efficaci sotto un profilo pratico, garantendo una stabilità in produzione apprezzabile, una velocità di reazione sicuramente superiore al controllo manuale, resta ancora l’impossibilità di avere misurazioni conformi allo standard previsto dalla norma che per gli strumenti di misura del colore è la ISO 13655. Quindi da un punto di vista tecnico, questi sistemi sono senz’altro efficaci e utili per garantire una qualità nella produzione migliore, soprattutto se si pensa a produzioni di qualità (volantini pubblicitari, magazine, ecc.); restano non conformi per una certificazione della produzione.

La nuova norma ISO di riferimento  cui è imminente la pubblicazione, è più vicina  senza dubbio alla realtà del mercato italiano, rispetto alla precedente. Merito del lavoro svolto da tutti i volontari (persone e aziende) del gruppo condotto da TAGA. Un esempio di come anche con mezzi scarsi, è possibile dire la propria sui tavoli internazionali, dove le altre nazioni per la verità investono molto di più. Come sempre l’Italia sopperisce con creatività e passione ai difetti strutturali.

David Serenelli
Fonte: Tecnomedia